mercoledì, aprile 05, 2017

autolettura triste

Oggi sono triste e parlo di cose tristi: bollette, roba così.

Magari qualcuno non se ne cura, ma sono convinto che per molti milioni di persone, compreso il sottoscritto, le bollette continuino a essere un problema. Piccolo, ma non trascurabile.

Primo passo: qualche anno fa, in nome delle privatizzazioni e del libero mercato, che da noi  è sempre mercato delle vacche da mungere, sono state "inventate" le tariffe cosiddette di "libera concorrenza" (con rispetto parlando per la libertà e anche per la concorrenza) o "libero mercato". Apparentemente, avrebbero dovuto portare vantaggi ai consumatori (di elettricità, acqua, gas soprattutto), rispetto alle tariffe che una volta erano fissate dallo Stato. Ben presto è risultato evidente che uno sconto iniziale veniva compensato da clausole che imponevano la permanenza con quei gestori e con quei contratti: ovviamente, nessuna società privata (o presunta tale) accetta di lavorare in perdita solo per acquisire clienti. Il gioco può durare sei mesi, massimo un anno, poi ci si deve rifare delle perdite e cominciare a guadagnare.

Secondo passo: i fornitori ex-monopolisti, una volta privatizzati in tutto o in parte, sono stati costretti a mantenere una modalità di contratto chiamata (chissà come mai) "di maggior tutela". In questo caso, le tariffe continuano a essere determinate da un Ente statale, che si presume lavori a difesa delle fasce più deboli (meno ricche) della popolazione. Ora sembra che questi contratti, entro il 2018, saranno aboliti per Legge, lasciando -forse- tipologie di tariffe simili a quelle "di maggior tutela", ma senza la tutela. Non si sa per quanto tempo.

Terzo passo: trasparenza nei consumi. Sorvolando sul particolare che i misuratori o contatori dei consumi sono installati e gestiti dai fornitori stessi, e che la formale possibilità da parte del consumatore di richiedere una verifica di corretto funzionamento rimane a pagamento, a carico del consumatore, per alcune forniture (elettricità e gas) ci si sta attrezzando per la cosiddetta tele-lettura. Il fornitore stesso "interroga" i suoi contatori da remoto, risparmiando sui costi degli omini che giravano (una volta) per eseguire le letture. L'altra splendida funzione, che viene demandata agli utenti, è la cosiddetta auto-lettura: l'utente stesso legge i contatori e comunica le letture al fornitore. E qui casca l'asino: questa semplice e ingegnosa procedura richiede che siano funzionanti una serie di infrastrutture predisposte dai fornitori, circostanza che come vederemo non è sempre verificata.

Mettiamoci dunque nei panni di un ipotetico utente che desideri comunicare l'auto-lettura. Perché dovrebbe farlo? Magari perché ha verificato che le letture "presunte" applicate dal fornitore in assenza di tele-lettura o auto-lettura sono sempre piuttosto "sovradimensionate" (sono andato a scuola di eufemismi!) rispetto ai consumi effettivi. Tanto poi una volta l'anno c'è il conguaglio (altro animale mitico che bazzica nel fantastico mondo delle bollette) che ristabilisce l'ordine delle cose. Vediamo dunque che cosa può fare l'utente. Se segue la via telematica, che sembra la più comoda, per prima cosa deve registrarsi al sito web (portale) del fornitore. Fatto ciò, troverà un'apposita pagina per comunicare i dati dell'auto-lettura. Molto spesso tale pagina si trova alla fine di un percorso di click abbastanza complicato, ma il nostro utente è paziente e alla fine la trova. Ovviamente, affinché l'auto-lettura sia considerata valida, deve essere presa in un ben definito intervallo di date, come stabilito dal fornitore. Capita che a volte queste date siano scomode per l'utente, perché magari cadono in periodi (Natale, Pasqua) in cui ci si occupa di altro, o si è in vacanza altrove. Capita che i sistemi di raccolta delle auto-letture telematiche non funzionino. Non c'è nessun impegno da parte del fornitore in questo senso: se il sistema funziona, tanto meglio. Se non funziona quando serve, non sono (apparentemente) problemi del fornitore. Anche nel caso in cui il fornitore abbia pianificato un cambiamento nelle sue infrastrutture informatiche, evidentemente non ci sono criteri di continuità da rispettare per la procedura di acquisizione delle auto-letture. L'obiezione è che l'utente può comunque comunicare l'auto-lettura telefonicamente, ad un numero verde. E qui si apre un altro capitolo dell'avventura del nostro utente.

Il nostro utente, una volta verificato ripetutamente che il sistema telematico di auto-lettura non funziona ("Riprovate più tardi" è il messaggio, senza una chiara indicazione che "più tardi" potrebbe essere misurato in mesi...), egli si arma di telefono "fisso" e compone il famoso numero verde. Come sa benissimo chiunque abbia usato uno di questi servizi, la risposta è automatizzata sulla base di una sequenza di scelte numeriche successive. Dopo la digitazione della serie di numeri nei vari menu, si arriva infine alla possibilità di comunicare l'auto-lettura. Ovviamente serve il "codice cliente" o altro codice numerico riportato in bolletta. Ammettiamo che il nostro utente si sia procurato diligentemente tale codice. Può capitare di sbagliare anche solo una cifra, e sarà il caso di ricominciare la chiamata da capo. Superato l'esame "codice cliente" arriva il momento di comunicare l'auto-lettura vera e propria. Può capitare (è capitato) che a questo punto, dopo che l'utente ha digitato i numeri, il sistema automatico comunichi che l'auto-lettura non verrà presa in considerazione perché per quel contatore è già attiva la tele-lettura. Che cosa pensa l'utente? Tralasciando cose che non si possono pubblicare, pensa di essere stato preso in giro, perché: 1) in bolletta poteva essere evidenziato il fatto, e invece si invitava ad effettuare l'auto-lettura; 2) una volta iniziata la trafila del numero verde, il sistema avrebbe potuto avvisare subito l'utente, e invece ha atteso fino in fondo che quest'ultimo fornisse una inutile auto-lettura. Fantastico, vero?